
Quando si parla di ricarica pubblica bisogna considerare le diverse tipologie di colonnine a disposizione.
Tipologie che differiscono per potenza ma anche per forma e colore.
Con l’auto endotermica eravamo ormai abituati a riconoscere le stazioni di servizio.
Piccole o grandi che fossero erano tutte ormai identificabili facilmente e, anche se di aziende diverse, la loro struttura era facilmente individuabile grazie al grande totem che, oltre ad avere in cima una grande e luminosa insegna con il brand, aveva anche la tabella con i prezzi.
Prezzi che potevano differenziarsi tra Diesel, Senza Piombo e, in alcuni casi, GPL e/o Metano ma anche per prezzo Self Service e prezzo Servito.
Dopo decenni in cui ci siamo abituati a riconoscere in maniera semplice e chiara sia i punti di rifornimento sia i prezzi del carburante, il mondo dell’elettrico rivoluziona tutto.
I punti di rifornimento, meglio conosciuti come punti di ricarica, sono spesso singole colonnine posizionate ai bordi delle strade o all’interno di parcheggi pubblici o ad accesso pubblico.
Sono scomparse le grandi aree di rifornimento, eccezion fatta per gli stalli presenti lungo le grandi arterie come, per esempio, i famosi Tesla Charger.
I punti di ricarica per le vetture elettriche sono quindi colonnine di piccole e/o medie dimensioni di differenti colori e forme.
La più semplice distinzione è quella tra ricarica Quick, in corrente alternata, e le ricariche Fast, in corrente continua. Quest’ultime, dovendo gestire un’erogazione maggiore di potenza, si presentano fisicamente più grandi di quelle Quick.
Inoltre è bene ricordare che esistono diversi produttori di colonnine di ricarica (ATTENZIONE non gli operatori che forniscono il servizio di ricarica ma proprio quelli che producono le colonnine) e quindi, anche a parità di potenza, le colonnine possono essere diverse tra loro.
Lungo le nostre strade troviamo quindi colonnine che, nonostante appaiano differenti, possiedono invece la stessa potenza di erogazione. Questo accade perché i vari operatori della mobilità stipulano accordi con differenti produttori.
Accade, inoltre, che lo stesso operatore, per nuovi accordi o semplicemente per aggiornamento hardware, vada ad installare punti di ricarica visivamente differenti tra loro ma con uguale potenza.
Inoltre è bene ricordare che le colonnine a corrente alternata, quindi quelle meno potenti, non possiedono il cavo di ricarica e, per ricarica, bisogna quindi esserne provvisti nella propria auto. Il cavo è invece in dotazione nei punti di ricarica a corrente continua, quelli più potenti.
L’auto elettrica cambia i paradigmi, non solo di guida, ma anche del momento del rifornimento.
Con l’auto elettrica non si prevedere il classico “pit stop” al benzinaio ma la ricarica quando l’auto non è in utilizzo.
In media un’auto trascorre il 95% della sua vita parcheggiata e l’auto elettrica vuole sfruttare proprio quel tempo. Il momento della ricarica si è quindi “evoluto” superando la necessità di un luogo dedicato al rifornimento come lo erano le stazioni di servizio. Anche per questo motivo la colonnina di ricarica è meno riconoscibile proprio perché deve meglio integrarsi nell’arredo urbano.
In generale il metodo più semplice per riconoscere un punto di ricarica è sicuramente quello di utilizzare una delle tante app presenti sul mercato. Tutti gli operatori MSP, ovvero gli operatori che offrono il servizio senza necessariamente possedere un’infrastruttura di ricarica proprietaria, dispongono di un’app attraverso la quale è possibile conoscere tutta la rete a cui è possibile ricaricarsi.
Le app sono fondamentali anche per conoscere le tariffe di ricarica che, cambiando da operatore ad operatore, non sono neanche visibili presso la colonnina di ricarica.